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Montalbano - S.Giuseppe
Santuario di Montalbano
Costruito nel 1556
Ampliata nel 1795
Restaurata nel 1899 e 1957
Costruito nel 1556 in zona panoramica e pittoresca su devozione della comunità di Mori, ai piedi dei ruderi dell’antico castello distrutto dai Veneziani nel 1439, il Santuario di Montalbano dedicato alla Madonna dell’Annunziata, domina la vallata e protegge la borgata di Mori. Il Santuario, da sempre, ha accolto generazioni e generazioni di pellegrini che sono saliti in questo luogo per chiedere grazie alla Madonna: chi per la famiglia, chi per il lavoro, chi per la salute, chi per il raccolto... Il Santuario è anche legato a S. Giuseppe e poiché S. Giuseppe ricorre il 19 marzo e l’Annunciazione il 25 dello stesso mese, le due feste furono abbinate nella “SAGRA DI S. GIUSEPPE” che solitamente si svolge l’ultima domenica di marzo, con la quale si fa incidere anche l’inizio della primavera. In questa giornata la comunità di Mori, ormai da tradizione, si raccoglie in festa sul piazzale sopra il Santuario: vengono distribuiti i “grostoi” e per l’occasione i giovani della borgata suonano con le campane “el campanò”. Altra Santa venerata è S. Rosa da Lima (+ 24 agosto 1607) e nell’agosto del 1850 ci fu un nubifragio e una frana si imbattè fra Molina e Ravazzone ma non ci furono feriti. A ricordo di questa calamità la popolazione fece voto di celebrare ogni anno una S. Messa in onore di S. Rosa.
Entrando nel Santuario si nota da subito il portale a 6 pannelli dello scultore Luigi Bombana. I pannelli mostrano date significative per la storia della chiesa e della comunità moriana: 1556, data della costruzione del Santuario; 5.8.1703, data del solenne voto perché il paese fu risparmiato dai francesi del generale Vendome; 1809, fine del Regno di Baviera e dei Quattro Vicariati ed inizio del Regno Italico; 1855, epidemia del colera con 225 morti; 1914-1918, 1940-1945 date delle due guerre mondiali. All’interno, si possono osservare due tele di pregevole fattura (XVII secolo) che rappresentano fatti della nascita di Gesù (“Visita a S. Elisabetta” e “Natività” del pittore Gasparantonio Baroni Cavalcabò di Borgo Sacco del quale è pure la tela “Visione di S. Giuseppe della fuga dall’Egitto”). Altre due tele, invece, sono del roveretano Balata (“Gesù ritrovato nel Tempio” e “Presentazione al Tempio”). L’altare maggiore è l’unico altare dell’epoca così come il presbiterio; l’altare di S. Giuseppe è opera dei Benedetti di Castione, mentre quello di S. Antonio, costruito attorno agli anni ’30, è opera degli Scanagatta. Il campanile, simile agli altri campanili preesistenti nella borgata, è a cuspide di cotto veronese, con orologio, a bifore romaniche. Il suo maestoso orologio ha un diametro di 4 metri. Le campane battono ogni trenta minuti e come da tradizione alle 11.00 di ogni giorno feriale suonano ricordando ai contadini di tornare dai campi per il pranzo. La chiesa fu ampliata nel 1795 dall’architetto Domenico Sartori di Castione, per volere del pievano Giacomo Tabarelli de Factis, insegnante di teologia presso il seminario diocesano. Nel 1899 fu restaurata su volontà dell’arciprete Mons. Germano Rossi ed in seguito nel 1957 su volontà di Mons. Cesare Viesi. Nel 1967 fu restaurato il romitorio adiacente il Santuario, luogo dove abitarono fin dal 1700 frati, principalmente della congregazione di S. Caterina in Rovereto e dove invece oggi, come da alcuni decenni, l’Eremita vive con la sua famiglia. Il ruolo del Remit è da sempre sotto il controllo del parroco e oltre a prestare le cure della chiesetta con lavori ordinari e di abbellimento per chi arriva in questo magico luogo, collabora alle attività parrocchiali. Il Santuario di Montalbano da sempre è punto di riferimento per la gente della borgata Moriana, a cui ricorre con fede e affetto.