Diario di P.Remo Villa - Gennaio 2012

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Non so se riuscirò ad essere fedele, però mi piacerebbe cominciare a condividere con te e con voi – almeno ogni tanto – una specie di diario di quello che succede da queste parti, nuove anche per me. Senz’altro è un modo per sentirci tutti vicini e vivere la missione.
Per ora inizio con questi primi giorni dell’anno appena iniziato, giorni molto densi di novità e di ascolto, da parte mia.

1 gennaio 2012, domenica
Alla fine delle tre messe celebrate a Makambako do’ l’addio ai cristiani , ché non  sono più il loro parroco. Volti silenziosi e sbigottiti di molti. Senz’altro sono stati presi alla sprovvista anche se la voce girava già, ma non  ufficiale.


3 gennaio 2012, martedì
Alle 16 sono invitato a Ilangamto, la parrocchia nata da Makambako nel 2009, dove vogliono darmi un saluto di addio. Anhe loro presi alla sprovvista e rimasti di stucco. Pensavano di potermi avere con loro domenica 8 gennaio, ma nell’impossibilità di farlo lo hanno fatto oggi velocemente. Grazie di cuore a voi cristiani di Ilangamoto, che vi ho sempre avuti nel mio cuore in modo particolare.


4 gennaio 2012, mercoledì
In serata, a Makambako, cena di addio – per P. Casimiro e per me - con i leaders del consiglio parrocchiale e dei vari gruppi, con tutti i catechisti, con molti operai e ragazze della missione e con le suore. In tutti eravamno circa una sessantina o forse più.
Da tutti gli interventi si nota la tristezza degli animi dei presenti: i vari interventi battono sul fatto che tutti e due veniamo cambiati contemporaneamente; sul fatto che il parroco è stato cambiato senza dirgli nulla se non a decisione presa: era infatti in vacanza in Italia.


5 gennaio 2012, giovedì
In mattinata, finito di mettere tutte le mie cose nelle valige, verso le 11.30 parto da Makambako verso Iringa: stretta al cuore: nonostante tutto, ho passato 9 anni pieni di tante belle esperienze e realtà a Makambako e senz’altro assieme a molti cristiani siamo maturati nella fede

7 gennaio 2012, sabato
Alle 8 partenza da Iringa verso Heka - a 47 km a sud-est di Manyoni (che puoi trovare in Google maps) sulla direttrice Dodoma Singida - la mia nuova destinazione, con il Superiore IMC del Tanzania. Per via delle piogge, invece di fare la strada Iringa Dodoma, ci viene consigliato di passare per  Morogoro: la si allunga ma almeno è tutta asfaltata.Alle 19.40 di sera arriviamo ad Heka. Accolti dai due confratelli di qui, uno colombiano e l’altro kenyota.

 

8 gennaio 2012, domenica

Alle 8.30 celebro la messa qui al centro.

Inizio un po’ in ritardo con non più di trenta persone, che raddoppiano alla fine della messa.

Dalle 10 circa ho tutto il tempo a mia disposizione. Ne approfitto per guardarmi attorno, qui dentro la Missione.

Sembra ambiente non tenuto in ordine, costruzioni fatiscenti anche xché non usate. Ad esempio, una grande costruzione prefabbricata a due piani di non più di 20 anni fa, messa assieme dal gruppo Alto Garda e Ledro, con stanze e saloni: finestre rotte, api in più parti, strano odore che ti invade fino nell’interno. Sarebbe una bella casa se tenuta a posto, ed in un posto come questo è una vera manna.

C’è il convento delle suore, sono in tre, Benedettine della diocesi di Songea, a sud di Makambako, separato dalla missione, cosa nuova per me da quando sono venuto in Tanzania 30 anni fa. Una suora segue il dispensario, un’altra segue la scuola materna, che comincerà domani, e la terza tiene la cura del convento. Uno di questi giorni andrò a far loro visita.

La canonica, nuova costruzione a forma di ferro di cavallo, è un insieme di porte che danno su una veranda aperta: 5 stanze, sala pranzo e sala. Appena esci dalla tua camera, tutti ti possono vedere!

Dietro la nuova canonica ci sono vestigia di un vecchio orto, che in ogni missione è una delle attività principali ed indispensabili per avere verdura fresca. Qui ad Heka niente, neppure un pomodoro. La verdura fa parte della dieta dei mie confratelli di qui?

10 gennaio 2012, martedì

Ieri ed oggi ne ho approfittato per girare per il paese, alquanto sparso, per conoscere dove mi trovo ed ancor più per cominciare a farmi vicino alla gente. Dei lunghi giri la mattina, di due ore e più, approfittando del cielo coperto e quindi del sole non troppo caldo, e il pomeriggio dopo le 17 fino all’imbrunire. Mi accompagna Peter, il meccanico autista di Makambako che ho portato con me.

Gente semplice, molti bambini che mi salutano con un po’ di titubanza che però sparisce subito.

Tante case di fango col tetto di paglia e con sopra terra, allo stile della gente di qui, i Wagogo. Molto basse, sembra senza finestre. Altre, sembra la parte nuova del paese, in mattoni, o blocchi o in fango ma con tetto di lastre zincate.

Si vedono poche piante da frutto, principalmente papaie e qualche mango. Nessun orticello, ma tanti alberelli di kisamfu, le cui foglie sono utilizzate come verdura cotta. Solo questa mattina ho trovato da comperare qualche pomodoro, e a che prezzo! Come ieri abbiamo trovato solo 6 banane e non della qualità migliore, ed anch’esse a che prezzo!

Girando tra le case, si notano delle piante di Moringa oleifera – parecchie per la verità – che però sembra non siano utilizzate nelle sue varie capacità: olio da cucina, verdura cotta (le foglie) … Qualcuno a cui chiedo mi dice che è usata come medicina, qualcun altro come verdura, ma sembra nessuno sappia con precisione. Con me ho portato molti semi di moringa e quindi inizierò a preparare le piantine e poi … si vedrà…

Qua e là si notano delle piccole riserve d’acqua – pioggia  – dove vanno con secchi a raccoglierla: per la cucina, per lavarsi, per bere …? Certo che è molto sporca. La carenza d’acqua è una delle difficoltà più grosse a cui va incontro la gente, mi è stato detto.

 

 

 



Ultimo aggiornamento (Giovedì 22 Marzo 2012 21:14)

 

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